IL Minotauro cieco: la storia di un amore che nasce dal dolore Il primo romanzo di Francesca Romana Mormile è già un successo Il 27 gennaio è una data che, da alcuni anni, è venuta significativa nella memoria collettiva. il cosiddetto Giorno della Memoria: memoria che da un lato continua a farci rabbrividire, mentre dall'altro sollecita la nostra attenzione e il nostro impegno a non dimenticare una delle tragedie più immani della storia: quella della Shoa. A tal proposito vogliamo, in questo mese, suggerirvi una lettura, delicata e intensa insieme, commovente e coinvolgente all'ennesima potenza. Si tratta de // Minotauro cieco di Francesca Romana Mormile, edito II Grillo Editore. Non il solito romanzo sullo sterminio ebraico o sui sopravvissuti, anche se l'aggettivo "solito" a me appare, ancora oggi, dopo quasi 70 anni, del tutto inadeguato a parlare di storie, di vite, di persone la cui tragedia non può tuttavia essere definita "la solita storia". Tuttavia quello che vogliamo proporvi è un romanzo dove l'olocausto ebraico è solamente lo sfondo tragico di un'esperienza di vita. La tragedia viene solo sfiorata avendo l'autrice troppo rispetto per una parte della storia che non le è propria e raccontando l'olocausto che in realtà ognuno porta dentro di sé. Il romanzo della Mormile racconta la storia di Ninni, una bambina che nasce a Lungotevere de' Cenci proprio il 27 di gennaio, giorno della memoria. Memoria di un innesto inconsueto e ben riuscito tra una famiglia di ricchi commercianti ebrei e un intellettuale napoletano. Memoria-presagio di una dolorosa e anticipata sottrazione che consegnerà a un Gentile-gentile la sua innocente nipotina, cresciuta nel ghetto, perché possa proteggerla dalle leggi razziali e dalla soluzione finale che colpiranno inesorabilmente la comunità ebraica, salita un giorno sui vagoni per Auschwitz per un lungo viaggio di sola andata. Sarà il filo dell'amore, quel piccolo rocchetto trattenuto a un capo dal tenace e testardo nonno partenopeo, insieme ad un'ostinazione cieca e alla forza di un Titano, a trascinare verso le sue
amorevoli braccia di nonno-padre-madre una bambina ferita che impara giorno dopo giorno a trattenere il pianto, a nascondere le paure, a fermare le parole davanti ad un 'umanità sorda. Sono i racconti del nonno, la sua capacità di comprendere e ridere, abbracciare e custodire, far spazio dentro di sé a un'intera famiglia che permetteranno a Ninni di sentirsi meno sola, meno colpevole, meno vuota; la aiuteranno a difendersi dal dolore e dallo sdegno, a non essere solo una di quelli che hanno perso la loro famiglia ad Auschwitz o una sopravvissuta all'eredità amorale dei campi dei concentramento, inseguendo quel silenzio di chi è in credito con la vita,. Il Minotauro cieco è un romanzo capace di raccontare un percorso di dolore e un futuro di riconciliazione, necessario per andare oltre i pregiudizi e restituire al dolore l'unico senso possibile: quello di renderci migliori e capaci di ricominciare. La storia di una corrispondenza d'amore tra nonno e nipotina, un amore che è cresciuto tra lacrime soffocate e assenze da colmare; un amore con alle spalle un passato oscuro che nel presente continua a riapparire inevitabilmente per trovare nel futuro il suo climax e la sua catarsi. Perché la felicità non è altro che una piccola concessione alla quale si fa spazio. Francesca Romana Mormile, al suo primo romanzo, ci consegna un capolavoro letterario, intimo ed emozionante, capace di far trepidare gli animi con la tenerezza delle storie e l'incantevole bellezza della sua scrittura ricercata, raffinata ed elegante, ma nello stesso tempo così spregiudicatamente vera. Il Minotauro cieco trasuda amore e commozione in ogni suo passaggio, coinvolgendo il lettore in un viaggio-memoriale lungo i binari sfumati del ricordo. Alla sua narrazione, fatta di toni soffusi e passaggi surreali, il lettore si affida ciecamente per andare dove il filo di Arianna conduce, li dove dirà la luce delle stelle. Filomena Pepe